StrayDogs

Taghazout

– Marocco –

Quello in Marocco rappresenta a tutti gli effetti il progetto pilota dell’associazione.
Iniziato a Gennaio 2015 a Taghazout, villaggio di pescatori nel sud del Paese, era nato come un lavoro
documentaristico sul mondo dei cani liberi, attivate però le prime collaborazioni con
l’associazione territoriale Le Coeur Sur La Patte e il Comune di Taghazout.
Il team di Stray Dogs ha iniziato ad occuparsi del censimento e del monitoraggio dei cani a supporto del programma
TNR (trap-neuter-return), che consiste nella cattura, sterilizzazione, vaccinazione e re-immissione
dei cani sul loro territorio.

Negli anni, per poter portare avanti il progetto con una certa continuità, sono state attivate le Working Holidays, vacanze lavoro aperte ai soci. Oltre 70 persone hanno affiancato l’associazione a Taghazout nelle varie attività di campo.

Con l’interessamento al progetto da parte dell’Università di Vienna e del Wolf Science Center, è nato un “gemellaggio” con l’obiettivo di supportarsi reciprocamente per quanto riguarda le attività
di studio e ricerca.

Dopo l’attivazione di alcune collaborazioni con altre associazioni internazionali nate sul territorio di
Taghazout, nel 2018 c’è stata una battuta d’arresto causata dall’uccisione di gran parte dei cani monitorati da Stray Dogs: in questo caso la causa è stata la visita di alcuni ispettori della FIFA incaricati di valutare la possibilità di effettuare i Mondiali 2022 proprio in Marocco.

Va detto comunque che l’uccisione dei cani per contenere il numero di randagi è una pratica ancora utilizzata in molti Paesi del Mondo.

Proprio dalla necessità di mettere al sicuro i cani dalle uccisioni e di curarli in caso di problemi sanitari, si è assistito alla nascita dei primi canili in Marocco: in breve tempo questi rifugi si sono riempiti e ad oggi hanno grossi problemi di gestione.

Dopo un periodo di stop obbligato a causa pandemia, attualmente Stray Dogs si sta occupando di monitorare i cambiamenti in atto nel territorio di Taghazout e l’evoluzione in ambito di cani, in attesa della riattivazione del programma TNR, che, tra le altre cose, negli anni è risultato particolarmente efficace nel ridurre la diffusione della rabbia, zoonosi ancora presente nel Paese Africano.